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Il sacro al tempo della crisi: riflessioni rapsodiche su “Un giorno devi andare” di Giorgio Diritti.

Written by Franco Romanò. Posted in Articoli, homepage

letteredi Franco Romanò

Premessa

L’ultimo film di Giorgio Diritti va iscritto nel novero delle opere mistiche del nostro tempo. Mi rendo conto che la mia è un’affermazione assai perentoria, anche perché il termine si presta a molti equivoci e fraintendimenti.

Meister Eckart era un mistico e un uomo di chiesa e dunque un religioso che aveva a che fare con la religione nei suoi diversi e molteplici aspetti: monsignor Marcinkus condivide l’aspetto religioso con Meister Eckart, ma credo che anche molti cattolici storcerebbero il naso se lo definissi anche un mistico.

Un giorno devi andare

Written by Adriano Voltolin. Posted in Articoli

letteredi Adriano Voltolin

Il film di Giorgio Diritti dovrebbe avere per titolo, pensando all’intreccio odierno tra politica, economia e crisi sociale Un giorno dovrai pure andare.

locandina_un_giorno_devi_andareNon è tanto un’inguaribile fiducia illuministica nella storia a suggerire questa buffa modifica, quanto piuttosto l’osservazione della clinica psicoanalitica che la capacità di sopportare trova un limite nella necessità della tutela degli oggetti buoni interni. Il film di Diritti ci mostra difatti una situazione nella quale l’aggressione selvaggia alla natura ed alle relazioni sociali da parte della società globalizzata si sostiene sulla incapacità degli abitanti delle favelas brasiliane di articolare concettualmente, e quindi organizzativamente, un’opposizione; ma dove anche la stessa dinamica della globalizzazione non vede mai alcun limite invalicabile e finisce per divorare, come dimostra la crisi attuale, la base stessa della propria espansione.

Lettura futura

Written by Armando De Vidovich. Posted in Articoli

letteredi Armando De Vidovich

Seminario Prestare attenzione all’attenzione

Premessa

C’è una interessante osservazione di Carr ripresa durante il seminario SPC di Paolo Vignola del 26 gennaio 2013:

Quello che stiamo sperimentando è, in senso metaforico, un’inversione di tendenza del percorso iniziale della civiltà: da coltivatori di conoscenza personale ci stiamo evolvendo in cacciatori e raccoglitori nella foresta elettronica dei dati.

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